Nell'epoca romana era floridissimo il commercio dei padovani, e questo avveniva per la ottima posizione geografica di Padova, poco lontana dal mare, e sull'incrocio delle celebri strade Aurelia, Altinate e altre che conducevano a tutti i domini orientali e I nordici dell'Impero di Roma. Scrittori romani prima di Cristo, lasciarono scritto che i Padovani mandavano a Roma quantità enormi di merci; e lodano i nostri tappeti, panni di lana, e il poeta Marziale nato nel 42 dopo Cristo dice che i panni padovani erano così forti che pareva ci volesse la sega per tagliarli. Possediamo una lapide che rammenta certo Marco Giunio Sabino padovano, capo della corporazione dei fabbricanti di panni che a sue spese eresse un tempio che rimase di proprietà della corporazione stessa. I Padovani poi con la eccellente loro creta fabbricavano. bellissime stoviglie e mattoni e tegole e avevano anche. per ciò numerose fabbriche, e che i mattoni nostri fossero di buona qualità ne fan prova i resti dei monumenti romani che tuttora esistono. Gli stessi scrittori romani dicono anche che i Padovani erano assai potenti per forza e per denaro, e che ci fossero più di 500 cittadini col titolo di cavaliere, il quale titolo non si poteva ottenere se non si possedeva una sostanza pari a 12 milioni di lire nostre, ricchezza immensa per quell'epoca, e numerosi poi erano i cittadini che possedevano poco meno, Tanta ricchezza era conseguenza dell'agricoltura, del commercio e dell'industria e la città era calcolata in. Italia la seconda dopo Roma. Poi vennero le invasioni dei barbari dal 400 in poi e tutto sparì e sparirono anche i Padovani e Padova i primi si rifugiarono nelle isole sulle quali poi sorse Venezia e la seconda rimase un mucchio di macerie disabitate. Furono i Padovani che. costruirono su quelle isolette le cisterne o pozzi per depurare l'acqua piovana o quella del fiumi, furono essi i primi a costruire edifici sii palafitte di larice e furono essi che inventarono quel solido e impermeabile pavimento che noi chiamiamo terrazzo e furono i primi a costruire i camini per liberare dal fumo le case. Che ogni ricchezza e attività agricola e commerciale fosse sparita dal suolo padovano per, opera dei barbari, ne fa fede il trattato dell'848 tra l'Imperatore Lotario e Venezia nel quale i Padovani non sono nemmeno nominati e di tutto il territorio non parla che di Monselice.
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